Gruppo Strumentale

Musica Antica

 

 

 

 

Il Gruppo Strumentale Musica Antica della Badia Corale Val Chisone nasce nell’autunno del 1975 a complemento dell’attività corale.

 

Come è noto, le radici della nostra musica popolare si perdono nei secoli: spesso è possibile ritrovarle nelle partiture della musica medievale e rinascimentale che sono giunte fino a noi.

 

L’iniziativa del m° Dario Castellano di formare un quartetto di flauti dolci e percussioni offre alla BCVC l’opportunità di inserire nel repertorio nuove suggestioni musicali e di affiancare alle esecuzioni corali del patrimonio tradizionale valligiano musiche strumentali antiche, che evocano parentele ritmiche e melodiche dimenticate.

 

 

Questo piccolo gruppo di lavoro, inizialmente denominato Accademia del flauto intraprende lo studio teorico-musicale sotto la guida del m° Castellano. Oltre all’attività didattica, vengono gettate le basi  per la creazione di un nuovo repertorio, da proporre al pubblico in aggiunta a quello della corale. Particolare attenzione viene dedicata, in questo periodo, alla riscoperta della musica medievale europea: le pastourelles di trovatori e trovieri e le danze di corte come l’ estampie si affiancano, evocando interessanti comunanze, ai canti valligiani proposti dalla BCVC, che spesso ne riprendono ritmi, melodie e significati.

 

Anche la musica rinascimentale, rappresentata dalle raccolte o danseryes del 16° e 17° secolo, entra a far parte del repertorio del Gruppo Strumentale Musica Antica, rivelando dimenticati legami con le chanson à danser della tradizione valligiana. In questa fase, il quartetto originario si arricchisce di nuovi strumentisti e amplia la dotazione strumentale affiancando ai flauti dritti alcuni strumenti ad ancia doppia (cromorno e dulzaina) tipici della tradizione rinascimentale europea.

 

 

 

Dal 1979 al 1984 il Gruppo Strumentale Musica Antica, sotto la guida di Enrico Lantelme, vive una seconda fase, caratterizzata da un avvicinamento del repertorio alla tradizione provenzale e occitana.

 

La dotazione si estende a tutta una serie di strumenti popolari (galoubet-tambourin, épinette des Vosges, tamburo a corde, tromba marina) costruiti da liutai dell’area provenzale, come M.Favre di Orange, oppure dal  laboratorio di liuteria di Sergio Griva, uno dei nuovi membri del  Gruppo  che nel frattempo si è allargato ad una dozzina di strumentisti.

 

Lo studio e la ricerca di nuovi repertori porta all’acquisizione della collezione completa dei Noels de Notre-dame –des-Doms, ritrovata presso la Biblioteca storica di Avignone, che viene riproposta nella sua integrità dal Gruppo, per la prima volta in Italia.

 

Con la collaborazione del responsabile del gruppo corale Enzo Secondo nascono anche  forme espressive del tutto nuove, che realizzano l’integrazione voci-strumenti.

 

Proseguendo su questa stessa strada, l’attività del Gruppo Strumentale Musica Antica dimostra che il confine tra il cantare e il suonare, man mano che si risale indietro nel tempo, si fa sempre più sfumato. Infatti l’usanza di alternare le due espressioni musicali nello stesso brano (in uso anche nella nostra musica tradizionale fino a poco più di 100 anni fa) era molto comune fin dal medioevo.

 

Partendo da questi presupposti, il  Gruppo Strumentale Musica Antica inaugura una stagione musicale del tutto nuova, idealmente legata alle sue origini: l’arrangiamento strumentale delle canzoni popolari valligiane ne mette in risalto la provenienza da antichi repertori e gli stretti legami con la musica vocale e strumentale dell’area alpina e occitana.

 

pagina a cura di Enrico Lantelme