Accingendosi a parlare di questo costume, bisogna innanzitutto ricordare che esso è stato fatto proprio dalle donne Valdesi, ma che nei tempi andati, soprattutto in Val Germanasca, veniva indossato anche dalle donne cattoliche in quanto costume locale.
L'abito, detto cotto, di lana o di seta, a volte in tessuto damascato, ma sempre in tinta unita , o nero o blu, ha il corsetto attillato, il colletto non troppo alto, maniche piuttosto larghe ma strette al polso, la sottana ampia plissettata sul retro ed unita al busto con pieghe regolari; è lungo fino alle caviglie.
La cuffia, detta cufflo, ha origini medioevali ed è composta di tre parti: una anteriore, in pizzo ricamato, tutta pieghettata , inamidata ed increspata a cannoncini; una intermedia fatta di stoffa leggera o di tulle, ed una terza dello stesso tipo di tessuto, destinata a racchiudere i capelli annodati. Un nastro di seta bianca , annodato con un fiocco dietro la nuca, completava la cuffia che è bianca se viene indossata dalle donne oltre i diciotto anni di età, mentre è nera se viene indossata dalle bambine.
Lo scialle, detto mouchòou, è in lana o seta preferibilmente bianca o nera con ricami floreali e lunghe frange, ma si possono anche trovare scialli in seta damascata con tinte vivaci e sgargianti; lo scialle viene trattenuto da un fermaglio detto bluocco posto sul petto.
Il grembiule, detto foudiel, in seta cangiante, quasi sempre scuro, è ampio e poco più corto del vestito.
Le calze, dette ciaousa, sono in lana e quasi sempre nere.
Le scarpe, dette choousìe, sono zoccoli fabbricati artigianalmente con tomaia di cuoio e suola di legno chiodata.
I mezzi guanti, le mitaine, sono confezionati all'uncinetto o ai ferri con lana o cotone, e sono generalmente neri.
Gli ornamenti in oro erano piuttosto rari , sia per le modeste condizioni economiche di questa gente di montagna, sia per la sobrietà dettata da motivi di ordine religioso. Era comunque uso comune indossare l'anello nuziale, detto viro, e la croce ugonotta legata al collo con una catenella.